Scenario di riferimento per gli aspetti ESG (environmental, social, governance)
Il conflitto in corso in Ucraina ha dimostrato nuovamente l’interconnessione del contesto globale, con effetti che si ripercuotono in tutte le aree del mondo. In ambito energetico, come noto, si sono avute conseguenze estreme in ragione del blocco degli approvvigionamenti, che hanno spinto verso il rientro in esercizio di fonti energetiche inquinanti. L’Unione Europea ha reagito con il piano REPowerEU, allo scopo di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili, provenienti dall’estero, e accelerare la transizione verde.
A livello climatico i dati dell’osservatorio UE Copernicus hanno registrato eventi climatici estremi, temperature record e gas serra in aumento a livello globale. In Europa, il perdurare di alte temperature ha aggravato lo stress idrico, comportato ripercussioni sull’agricoltura, sul trasporto fluviale oltre che sulla gestione dell’energia. Le condizioni di estrema siccità hanno portato anche a un aumento del pericolo di incendi, che ha avuto come conseguenza un numero insolitamente elevato di episodi nell’Europa sud-occidentale.
In tale contesto vanno inquadrate e valutate le iniziative istituzionali globali e nazionali dell’anno. La COP27 sul clima tenutasi in Egitto e la COP15 sulla biodiversità di Montreal, tra i cui obiettivi si evidenziano, ad esempio, l’estensione delle aree protette e la rigenerazione degli ecosistemi degradati (30% entro il 2030). A livello nazionale, si segnalano la riforma costituzionale degli art. 9 e 41 e il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici.
L’Europa ha assunto, lo scorso anno, alcuni specifici e rilevanti provvedimenti in materia di sostenibilità d’impresa. È stata infatti pubblicata in GUUE la Corporate Sustainability Reporting Directive, evoluzione della Non-Financial Reporting Directive del 2014, che amplia la platea di imprese sottoposte a obblighi di rendicontazione e introduce importanti novità, quali ad esempio la doppia materialità, la predisposizione di nuovi standard e l’inclusione dell’informativa nella Relazione alla Gestione. È avanzato il lavoro istituzionale sulla Direttiva relativa al dovere di diligenza delle imprese sulla tutela dell’ambiente e dei diritti umani nelle proprie “catene di attività”, che ha portato nel mese di dicembre 2022 all’adozione da parte del Consiglio UE del proprio orientamento in materia. Nell’ambito del Regolamento (UE) 2020/852 (c.d. “Tassonomia europea”), nel 2022, la Commissione, attraverso il Complementary Delegated Act, ha modificato l’Atto delegato sul clima introducendo anche attività e relativi criteri di vaglio tecnico per la generazione di energia a partire da nucleare e gas naturale, e incrementando l’insieme delle attività potenzialmente ecosostenibili in relazione alle quali le imprese sono state chiamate a valutare ammissibilità e allineamento nonché a identificare i KPI economici correlati.
Il contesto normativo di riferimento per il Gruppo Acea è ampio e articolato in funzione della specificità dei business gestiti e della varietà degli ambiti su cui intervengono le discipline normative e regolatorie che incidono sull’operatività aziendale, dai profili amministrativi autorizzativi a quelli di tutela del mercato e della concorrenza. A tali aspetti si aggiunge la peculiarità della natura di Società quotata, con i relativi impatti normativi, ad esempio in termini di disciplina delle comunicazioni al mercato.
I diversi provvedimenti (D.L. 21/2022 – c.d. “D.L. Taglia prezzi”; D.L. 50/2022 – c.d. “D.L. Aiuti”; Legge di Bilancio 2023) hanno così disciplinato il meccanismo di contributi solidaristici, a carico dei soggetti operanti nel settore energetico, per contenere gli effetti del caro bolletta su imprese e consumatori.
Sempre collegati alla situazione energetica straordinaria e rilevanti per l’impatto sulle imprese energetiche, rilevano i provvedimenti in tema di extraprofitti e sospensione delle modifiche unilaterali dei contratti di fornitura di elettricità e gas. Sul primo aspetto, il D.L. 4/2022 – c.d. “D.L. Sostegni ter” - ha previsto meccanismi di compensazione per i produttori da fonti rinnovabili che, alle condizioni previste, possono determinare un extraprofitto da versare al GSE; sul secondo tema, il D.L. 115/2022 – c.d. “D.L. Aiuti bis”, ha previsto la sospensione da parte delle imprese delle modifiche unilaterali dei contratti di fornitura energetica relativamente alla definizione dei prezzi, e il successivo D.L. 198/2022 – c.d. “D.L. Milleproroghe” – ne ha esteso il periodo di validità (30 giugno) escludendone l’applicazione per i contratti in scadenza.
Nel 2022 si sono svolte le consultazioni per il recepimento della Direttiva (UE) 2020/2184 concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano, a seguito delle quali il Consiglio dei Ministri ha approvato a dicembre in esame preliminare lo schema del Decreto legislativo di recepimento. Le importanti novità in merito riguardano la revisione delle norme volte a proteggere la salute dagli effetti negativi derivanti dalla contaminazione delle acque destinate al consumo umano, garantendone “salubrità e pulizia”, anche attraverso una revisione dei parametri e dei valori di rilevanza sanitaria, la definizione di requisiti di igiene per i materiali che entrano in contatto con le acque potabili, l’introduzione di un approccio di valutazione e gestione del rischio più efficace ai fini della prevenzione sanitaria, della protezione dell’ambiente e del controllo delle acque destinate al consumo umano, anche sotto il profilo dei costi e dell’allocazione delle risorse rafforzando il ruolo dei Piani di Sicurezza dell’Acqua (PSA) e infine il miglioramento dell’accesso equo per tutti all’acqua potabile sicura e delle informazioni pubbliche sulle acque destinate al consumo umano.
Nel 2022 è stata data attuazione alla delega sul riordino della normativa sui servizi pubblici locali con il D.Lgs. 201/2022, che riorganizza la disciplina, inserita tra gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), al fine di promuovere dinamiche competitive che portino a migliorare la qualità dei servizi pubblici e i risultati delle gestioni nell’interesse dei cittadini e degli utenti.
Di rilievo anche l’approvazione in via preliminare il 16 dicembre 2022 da parte del Consiglio dei Ministri dello schema del Decreto legislativo di rinnovo del Codice dei Contratti Pubblici, teso a semplificare la normativa in materia di appalti pubblici e concessioni al fine di assicurarne un’efficiente realizzazione. Il Codice si applicherà ai nuovi procedimenti dal 1° aprile 2023. Dal 1° luglio 2023 è prevista l’abrogazione del Codice precedente (D.Lgs. 18 aprile 2016, n. 50) e l’applicazione delle nuove norme anche ai procedimenti in corso.
L’ambiente naturale è lo scenario entro cui si sviluppano le attività del Gruppo, e come tale viene preservato, con un uso responsabile ed efficiente delle risorse, la tutela delle sorgenti, la salvaguardia delle aree naturali dove insistono impianti e reti di servizio, la mitigazione degli impatti fisici e delle esternalità generate sul contesto ecologico dai processi operativi.
Nel corso del 2023, la COP28, che si è tenuta a Dubai, ha ospitato il primo global stocktake, ovvero il momento in cui valutare l’effetto congiunto di tutti i contributi determinati a livello nazionale (Nationally Determined Contributions - NDC). In tale contesto, le parti hanno definito un Accordo per accelerare la transizione globale promuovendo la formula “transition away”, includendo per la prima volta nella storia il riferimento esplicito al superamento dei combustibili fossili per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e convenendo di triplicare l’energia rinnovabile e raddoppiare gli impegni per l’efficienza energetica.
Il 2023 è stato un anno decisivo per le future politiche ambientali europee. Il Parlamento ha approvato anche la Nature Restoration Law, la prima legislazione europea che mira esplicitamente al ripristino della natura con obiettivi giuridicamente vincolanti per gli Stati membri. Durante lo European Business & Nature Summit a Milano, nell’ottobre 2023, aziende, istituzioni finanziarie, governi e rappresentanti accademici e della società civile si sono riuniti per discutere su come le imprese possano rispettare gli impegni del Quadro Globale per la Biodiversità Kunming-Montreal (GBF), adottato nel 2022. L’evento ha visto anche il lancio della European Business and Nature Charter.
Nel 2023, la Taskforce on Nature-related Financial Disclosure (TNFD) ha emesso il documento finale contenente Raccomandazioni legate alla natura rivolte a organizzazioni, settori e catene di valore.
Il Gruppo Acea, nel suo Codice Etico, attribuisce un’importanza fondamentale ai princìpi legati alla sostenibilità e all’adozione di una strategia climatica. Nel corso del 2023, Acea ha ottenuto la validazione da parte di Science Based Targets initiative (SBTi) per il suo target di riduzione delle emissioni (al 2032), allineato alle indicazioni della scienza climatica. Il Gruppo, anche nel 2023, ha partecipato al Carbon Disclosure Project (CDP) sul tema delle emissioni di gas climalteranti e ha pubblicato la sua seconda Informativa climatica secondo le Raccomandazioni del Task Force on Climate-related Financial Disclosures (TCFD) arricchendo la sua progettualità volta all’identificazione dei rischi e alle analisi di scenario climatico di medio-lungo periodo.
Nel settembre 2023 Acea ha ottenuto da Science Based Targets initiative (SBTi) la validazione dei propri obiettivi di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, dirette e indirette, al 2032, rispetto all’anno base 2020. L’organizzazione internazionale ha valutato l’impegno di Acea in linea con la traiettoria “Well below 2°C”, come stabilito dall’Accordo di Parigi del 2015 per contenere l’innalzamento della temperatura globale rispetto ai livelli preindustriali.
Tale giudizio rappresenta un importante riconoscimento del percorso di decarbonizzazione intrapreso dal Gruppo a sostegno della transizione energetica. I target prefissati sono di: ridurre del 56% le emissioni per MWh di energia prodotta (scope 1), ridurre del 32% le emissioni indirette, conseguenti agli usi dell’energia elettrica (scope 2), del 56% quelle derivanti dalla produzione energetica e dall’approvvigionamento e rivendita di energia, oltre alla riduzione del 30% delle emissioni dovute al gas distribuito e venduto ai clienti.
La sensibilità all’evolversi del cambiamento climatico e ai suoi effetti sui business gestiti è tema ormai consolidato a livello internazionale che si riflette anche in una maggiore richiesta di informativa nella relazione finanziaria annuale. Sebbene non esista un princìpio contabile internazionale che disciplini come gli impatti del cambiamento climatico siano da considerare nella predisposizione del bilancio, lo IAS B ha emesso taluni documenti per supportare gli IFRS-Adopter nel soddisfare tale richiesta di informativa delle parti interessate. Parimenti, ESMA, nelle sue European Common Enforcement Priorities, ha evidenziato che gli emittenti debbano considerare nella preparazione dei bilanci IFRS i rischi climatici nella misura in cui i medesimi siano rilevanti a prescindere dal fatto che detti rischi siano o meno esplicitamente previsti dagli standard contabili di riferimento.
Il Gruppo Acea descrive le proprie considerazioni in merito alle azioni riconducibili alla mitigazione degli effetti del cambiamento climatico così come all’adattamento al cambiamento climatico nella dichiarazione non finanziaria (redatta in conformità agli Standard GRI, che include, inoltre, l’informativa prevista dal Regolamento 2020/852, in relazione ai due obiettivi climatici, mitigazione e adattamento). In tale ambito, considerando i settori di attività in cui opera il Gruppo per il tramite delle sue partecipate, il Gruppo Acea, nel proseguire la definizione di aggiornati piani futuri a oggi in corso di sviluppo e predisposizione, ha identificato taluni rischi derivanti dall’attuale processo di mitigazione e adattamento.
Di seguito si fornisce una sintesi delle considerazioni svolte dal management con riferimento agli aspetti ritenuti rilevanti ai fini della predisposizione del bilancio nei settori di attività in cui si opera.
Con riferimento al breve periodo il management non rileva impatti specifici di rilevante entità derivanti da rischi legati al clima, da considerare nell’applicazione dei princìpi contabili. Il Gruppo in tutti i settori di attività serviti persegue l’eccellenza dell’erogazione del servizio; questo comporta un costante impegno nello sviluppo di infrastrutture adeguate e nell’evoluzione della gestione delle medesime, con applicazione di innovazione tecnologica e digitalizzazione, nonché nella preservazione e tutela della risorsa idrica, nello sviluppo di capacità di generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili, nell’efficientamento energetico dei processi produttivi, nel perseguimento di un approccio all’economia circolare e nell’espletamento dei controlli riguardo le commodity fornite alla clientela.
Con riferimento al medio-lungo periodo il management, nel proseguire la definizione di aggiornati piani di sviluppo a oggi in corso di predisposizione non ravvede ulteriori considerazioni specifiche da fattorizzare nell’applicazione dei princìpi contabili per la predisposizione di bilancio.
Si segnala che la valutazione e, più specificamente, la quantificazione dei rischi legati al clima, richiedono l’applicazione di analisi di scenario climatico – attività che il Gruppo ha avviato, pubblicando nel giugno 2023 l’Informativa climatica Gruppo Acea 2022, secondo le raccomandazioni TCFD – ed è tuttavia esposta anche ad assunzioni su sviluppi futuri altamente incerti, come futuri sviluppi tecnologici, azioni del governo, interventi regolatori o ancora evoluzioni di equilibri politici internazionali.
Per i principali settori in cui il Gruppo opera, le azioni per il contenimento dei rischi collegati al cambiamento climatico si concretizzano nella realizzazione di investimenti nelle infrastrutture per prevenire e/o mitigare gli impatti derivanti prevalentemente dai rischi fisici.
Si specifica inoltre che le principali società del Gruppo hanno avviato, nel 2020-2021, un processo di identificazione dei rischi fisici prioritari, da analizzare attraverso analisi di scenario climatico sviluppate sui territori in cui insistono gli asset gestiti, con proiezioni di medio-lungo e lungo termine, ivi incluse proiezioni sulle possibili variazioni dei potenziali impatti economici associati, in relazione alla crescita della probabilità di accadimento dell’evento estremo (incremento di frequenza e durata). I rischi fisici prioritari identificati sono siccità e stress idrico (principalmente per gli impianti idrici); precipitazioni estreme ed esondazioni (principalmente per le reti di distribuzione di energia); fulminazioni (principalmente per gli asset di produzione di energia). Per le analisi dei rischi fisici sono stati utilizzati due scenari sviluppati dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC). A titolo esemplificativo, la società areti SpA integralmente consolidata valuta e quantifica gli effetti del cambiamento climatico (ondate di calore/siccità e allagamenti) sugli asset e gli interventi di mitigazione da mettere in campo nel Piano di Resilienza approvato dall’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA).
Il management ha valutato che tali investimenti non riducono o modificano l’aspettativa con riferimento ai benefìci economici connessi all’utilizzo delle attività iscritte tra le immobilizzazioni materiali in quanto gli stessi hanno rilevanza regolatoria e dunque sono soggetti a meccanismi di ristoro specifici. Pertanto, non si è resa necessaria la rivisitazione critica della vita utile delle immobilizzazioni in bilancio.
Con specifico riferimento alla vendita di commodity, il Gruppo monitora come potenziale effetto derivante dal rischio reputazionale la vita utile della customer base e delle valutazioni di bilancio a essa correlate.
Con riferimento all’esistenza di rischi di impairment delle attività, il management ha considerato che, sebbene le azioni di mitigazione/adattamento del rischio climatico comportino la necessità di pianificare la manutenzione/evoluzione degli impianti per garantire la qualità del servizio, la sicurezza degli asset gestiti e il mantenimento delle prestazioni degli stessi, queste attività comunque sono considerate nell’ambito della previsione dei flussi di cassa utilizzati alla base della determinazione del value in use.
Nello specifico, si sono identificati gli impatti in termini di sensitivity analysis su CGU, società e impianti attraverso lo sviluppo della risk analysis, considerando le principali variabili esogene impattate indirettamente dai temi climate change (quali Indice dei prezzi alla produzione, Indice dei prezzi energia, Indice dei prezzi gas) potenzialmente in grado di impattare le variabili economiche di interesse (EBITDA).
Si evidenzia infine che la legislazione introdotta in risposta ai cambiamenti climatici potrebbe dar luogo a nuovi obblighi che prima non esistevano.
L’andamento dei costi di acquisto delle materie prime insieme a quello dei derivati di copertura richiede un’attenta politica di monitoraggio dei fabbisogni e della copertura dei prezzi. L’andamento del costo delle commodity in derivazione degli effetti del cambiamento climatico potrebbe rendere onerosi taluni contratti di vendita. Inoltre, l’indisponibilità delle materie prime potrebbe rendere inefficaci coperture di flussi di cassa derivanti da transazioni future altamente probabili.
Infine, con particolare riferimento ai settori regolati, la presenza di rischi fisici cronici potrebbe portare a una riduzione della qualità del servizio con conseguente sorgere di passività per penalità. Nello specifico fenomeni estremi come le alluvioni possono causare danni agli asset e interruzioni del servizio (guasti, blackout ecc.) o, per la rete idrica, tracimazione degli scarichi collegati ai sistemi di acque reflue e torbidità delle fonti idriche. Tali ripercussioni possono influire sull’erogazione dei servizi in conformità alle leggi e regolamenti vigenti, con la conseguente possibilità di incorrere in sanzioni pecuniarie. Come precedentemente indicato, anche grazie agli interventi di mitigazione del rischio posti in essere, sono stati ipotizzati come invariati i potenziali impatti economico-finanziari associati ai rischi fisici.
Sulla dinamica economica hanno influito diversi fattori, di carattere geopolitico oltre che economico: conflitti irrisolti, ancora lontani da una soluzione, come in primis quello russo-ucraino, e conflitti “nuovi,” come quello Israele-Hamas. Ora, dopo gli shock degli ultimi anni, l’economia globale si sta tuttavia normalizzando, gran parte degli squilibri stanno rientrando. L’anno 2023 è stato caratterizzato da un sostanziale rilassamento delle tensioni sui mercati energetici, dato il progressivo consolidarsi di fondamentali ribassisti: domanda in crollo, temperature invernali/autunnali miti, stoccaggi costantemente su livelli massimi storici, produzione idroelettrica e disponibilità nucleare francese in recupero dall’Annus horribilis 2022. Conseguentemente, i prezzi dell’energia elettrica e gas hanno mostrato una graduale discesa fino a metà anno, convergendo su livelli di metà 2021, ovvero di inizio crisi energetica. Le cicatrici di quest’ultima e il mutato contesto globale di offerta gas hanno reso i mercati europei molto più nervosi e sensibili a contingenti tensioni internazionali e geopolitiche verificatesi nella seconda metà dell’anno, in primis lo scoppio del conflitto Israele-Hamas, impedendo ulteriori ribassi. Il Fondo Monetario Internazionale nel World Economic Outlook di ottobre 2023 vede una crescita globale in rallentamento, con crescenti divergenze regionali e poco margine per gli errori di politica economica.
Nonostante la resilienza economica all’inizio di quest’anno, grazie ai progressi sul fronte della riduzione dell’inflazione rispetto ai picchi dello scorso anno, l’attività economica è ancora al di sotto dei suoi obiettivi prepandemici, soprattutto nei mercati emergenti e nelle economie in via di sviluppo. Tra le cause del rallentamento il rapporto indica la guerra in Ucraina, la crescente frammentazione dell’economia e alcune cause più cicliche come la stretta monetaria antinflazione, il ritiro degli aiuti pubblici e gli eventi climatici estremi. Inoltre, qualora il conflitto Israele-Hamas dovesse estendersi oltre la Striscia di Gaza le conseguenze potrebbero essere molto gravi anche sul piano economico, fermo restando l’emergenza umanitaria e politica già in essere. Passando alle commodity, il Brent nel corso dell’anno 2023 ha consuntivato un livello medio pari a 82,22 $/bbl, in riduzione del -17% rispetto all’anno precedente. La discesa dei prezzi registrata sui primi sei mesi dell’anno si è invertita a partire dal terzo trimestre, con punte giornaliere raggiunte a settembre e ottobre 2023 che non si verificavano da circa un anno. Gli elementi principali alla base degli aumenti autunnali sono da ricercarsi nella conferma al taglio alla produzione ed export da parte di Arabia Saudita e Russia fino al primo trimestre 2024 (-1,3 Mbbl/day) e nello scoppio del conflitto Israele-Hamas in un’area strategica per il commercio mondiale di greggio, soprattutto in caso di discesa in campo dell’Iran. A scaldare ulteriormente gli animi verso la fine dell’anno sono stati i continui attacchi a navi e container commerciali nel Mar Rosso (dove passa il 12% circa del commercio globale e il 30% di tutte le navi cargo del pianeta) da parte degli Houthi, gruppo ribelle yemenita sostenuto dall’Iran, cui hanno risposto militarmente gli Stati Uniti. Occorre tuttavia segnalare che lo scenario macroeconomico globale di rallentamento economico e domanda debole continua a pesare sui prezzi del petrolio, frenando per il momento eccessive spinte a rialzo. Il solo quarto trimestre ha espresso un livello medio di prezzo pari a 83,26 $/bbl, in riduzione di -6% rispetto al quarto trimestre del 2022, ma in aumento del +5% rispetto ai primi nove mesi del 2023.
È necessario ricordare che il Public Statement dell’ESMA del 28 ottobre 2022 tratta proprio gli effetti dell’invasione russa dell’Ucraina sulle rendicontazioni finanziarie del bilancio 2022 redatte seguendo il princìpio IAS 34. Lo Statement ha quindi l’obiettivo di fornire agli organi di amministrazione e controllo delle società regolate una serie di raccomandazioni in merito al processo di produzione dell’informativa di bilancio, con particolare enfasi sui controlli necessari per verificare eventuali riduzioni di valore (impairment test) delle attività non finanziarie.
Lo Statement sottolinea che il cambio di approccio strategico, commerciale e finanziario delle aziende successivo al conflitto ha incrementato notevolmente il rischio di impatti significativi sul valore contabile delle attività e passività di bilancio. Lo Statement suggerisce quindi di rivedere ed eventualmente aggiornare le considerazioni fatte per i bilanci di fine anno, in particolare le assunzioni e le ipotesi alla base del calcolo dei flussi prospettici e degli altri elementi che concorrono alla stima del valore recuperabile.
L’ESMA ricorda poi che, al fine di valutare l’esistenza di possibili indicazioni di riduzione di valore delle attività non finanziarie ricomprese nello scope dello IAS 36 (Impairment Testing), è necessario considerare tutte le fonti informative, sia di natura esterna che interna, per valutare se gli effetti della situazione geopolitica rappresentino possibili indicazioni di riduzione di valore delle stesse attività. Lo Statement sottolinea inoltre che il notevole aumento del livello generale di incertezza causato dal conflitto richiede di valutare attentamente (nel contesto di stima del valore recuperabile attraverso il metodo del Value in Use) i dati finanziari previsionali utilizzati. A tal fine, l’ESMA ritiene che, a seconda del tipo di attività da controllare e del relativo livello di rischio, può essere necessario sviluppare scenari multipli attorno ai dati previsionali considerati, supportati da parametri e input di stima ragionevoli e realistici. Sempre in tal senso, dovrà comunque esserci consistenza tra i dati previsionali utilizzati e le assunzioni associate agli stessi per i controlli di valore, nonché tra le scelte e i piani strategici formulati dalle imprese successivamente alla situazione di tensione geopolitica.
Con riferimento al tasso di sconto utilizzato per la stima del valore recuperabile, lo Statement sottolinea e ricorda che lo stesso dovrà riflettere le attuali condizioni di mercato e le caratteristiche di rischio specifico associate alle specifiche attività oggetto di impairment test (escludendo il rischio delle attività già riflesso nei flussi previsionali). Lo Statement sottolinea infine che i rischi associati ai fenomeni di aumento dei tassi di interesse di mercato e del tasso di inflazione potrebbero aver un impatto anche sul tasso di sconto da utilizzare ai fini della stima del valore recuperabile delle attività per riflettere gli stessi fenomeni, a meno che gli stessi rischi non siano già riflessi nel calcolo dei flussi previsionali utilizzati.
Per Acea le collaborazioni, le partnership e i sistemi di imprese rappresentano driver fondamentali per il posizionamento e il presidio del Gruppo nell’ecosistema dell’innovazione e per aprire nuovi canali privilegiati di accesso a idee, opportunità di business, opportunità tecnologiche, ricerca accademica e nuovi talenti.
Acea ha aderito a numerose tipologie di partnership e collaborazioni legate all’innovazione; infatti, da diversi anni il Gruppo partecipa in modo attivo nell’ecosistema dell’innovazione italiana e internazionale, scambiando best practice ed esperienze.
Si segnalano, a tal proposito l’associazione a InnovUp (ex Italia Startup), l’Associazione no profit che rappresenta l’ecosistema delle start-up italiane, allargato a tutti i soggetti, privati e pubblici, ne agevola la valorizzazione, la visibilità e la crescita, per favorire la nascita di un nuovo tessuto imprenditoriale italiano e a SEP (Startup Europe Partnership), il programma di Open Innovation che mette in contatto le Scaleup europee con le Corporate, e infine a Open Italy, il programma di co-innovazione promosso da ELIS nato per coniugare gli innovation needs delle Corporate consorziate con l’offerta di start-up, PMI innovative, spin-off universitari e centri di ricerca.
Le Persone rappresentano per ogni organizzazione un asset fondamentale per rimanere competitivi in un contesto economico e sociale in trasformazione. Acea presta ascolto alle esigenze delle proprie persone ed elabora una People Strategy declinata in progetti e iniziative.
Acea annualmente redige un piano Equality & Care che raccoglie gli obiettivi e i relativi progetti sia in ambito diversity & inclusion sia in ambito di welfare aziendale. Nel corso del 2022 Acea è stata inserita dal Financial Times e Statista nella classifica dello speciale “Europe’s Diversity Leaders 2023” e per il secondo anno consecutivo ha ottenuto la Certificazione Top Employers Italia, il riconoscimento ufficiale delle eccellenze aziendali nelle politiche e strategie HR e della loro attuazione.
In Acea è sviluppato un sistema integrato di welfare aziendale, fondato sull’ascolto dei dipendenti e dei loro fabbisogni e declinato attraverso sei pilastri fondamentali: salute, benessere psicofisico, famiglia, misure di conciliazione, agevolazioni economiche e previdenza complementare. Numerose iniziative sono state attuate per implementare i pilastri del welfare, come, ad esempio, campagne di prevenzione sanitaria, servizi di supporto per il benessere psico-fisico e di sostegno alla genitorialità. Tali tematiche vengono condivise in un Comitato Bilaterale, composto dai rappresentanti delle Società del Gruppo e delle Organizzazioni Sindacali.
Nell’ambito dei processi di formazione del Gruppo è stata costituita l’Academy “Acea Business School” che eroga corsi in ambito manageriale, di ruolo, governance e digitale, rivolti a tutto il Gruppo e progettati con partner qualificati (Università, Business School, Centri di ricerca ecc.).
Acea, consapevole del contributo positivo che una gestione sostenibile della catena di fornitura può offrire alla tutela dell’equilibrio ambientale, si impegna nel definire modalità d’acquisto che includano caratteristiche intrinseche dei prodotti e aspetti di processo che limitino l’impatto ambientale e favoriscano l’attivazione di iniziative mirate alla minimizzazione degli sprechi, al riutilizzo delle risorse e alla tutela degli aspetti sociali coinvolti negli appalti di beni, servizi e lavori. Nell’affrontare tale percorso, in tema di green procurement, Acea si avvale da diversi anni dell’utilizzo dei Criteri Ambientali Minimi vigenti, contemplando nelle proprie gare d’appalto anche aspetti premianti, non obbligatori.
Acea da sempre è al servizio del territorio e del cittadino e tiene in grande considerazione il confronto con la catena di fornitura per essere sempre più efficiente nelle risposte alle sollecitazioni che provengono dal territorio.
La nascita di una filiera sostenibile dipende dall’autocontrollo di ciascuna impresa, ma anche da accordi tra tutti i membri della filiera. Una collaborazione che consente di avere rapporti più trasparenti e chiari che contribuiscono alla creazione di valore condiviso attraverso:
- Valutazione Ecovadis
- Acquisti verdi
- Due Diligence reputazionali
- Sistemi di Gestione – Verifiche sulla Catena di Fornitura
- Vendor rating
- Sostenibilità e sicurezza
Acea realizza costanti campagne di sensibilizzazione sul tema, con l’obiettivo di incidere profondamente sulla diffusione capillare della cultura della sicurezza, coinvolgendo la totalità delle proprie persone. Ha adottato un avanzato modello di valutazione dei rischi e delle misure di controllo e mitigazione messe in atto. Altrettante iniziative di sensibilizzazione e coinvolgimento circa i temi su esposti riguardano appaltatori e sub appaltatori di Acea, partner fondamentali per la realizzazione dei business lungo la catena del valore.
La sicurezza vista come strategia, e non solo come compliance, si basa sulla possibilità di misurare e monitorare i risultati in un approccio manageriale. Acea, nell’ambito del percorso di miglioramento continuo che ha intrapreso, orientato alla prevenzione e riduzione del fenomeno infortunistico, mette a disposizione di tutte le proprie persone uno strumento valido ed efficace ai fini di una partecipazione attiva all’analisi dell’andamento degli indicatori; tale aspetto è spesso considerato rivelatore del livello di maturità della cultura della sicurezza e della cultura del miglioramento in un’organizzazione. Azioni di miglioramento basate sulla constatazione che vi sono margini da perseguire (per es., azioni per ridurre l’incidenza di alcuni tipi di infortunio) e azioni di consolidamento (per es., mantenimento risultati positivi, crescita della resilienza organizzativa), rappresentano il naturale percorso del miglioramento continuo in materia di salute e sicurezza sul lavoro.