La tutela del territorio e la salvaguardia della biodiversità

[GRI - 203-1], [GRI - 301-1], [GRI - 303-1], [GRI - 303-3], [GRI - 304-1], [GRI - 304-2], [GRI - 304-3], [GRI - 304-4], [GRI - 413-2],

La perdita di biodiversità, la progressiva riduzione delle aree naturali e il collasso degli ecosistemi sono, anche secondo il World Economic Forum, tra le sfide globali rilevanti dei prossimi anni ed è pertanto necessario contenere i fattori responsabili di tali fenomeni, ovvero lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali come il consumo di suolo, l’introduzione di specie invasive e l’inquinamento di aria, acqua e suolo (si veda il box dedicato Emergenza biodiversità: politiche e strumenti per la tutela).

I temi legati alla conservazione e alla valorizzazione della biodiversità sono declinati, tra l’altro, negli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile ONU (Agenda 2030) e sono all’attenzione del Green Deal europeo.

EMERGENZA BIODIVERSITÀ: POLITICHE E STRUMENTI PER LA TUTELA

The importance of restoring nature in Europe è il Rapporto dell’Agenzia europea per l’ambiente, pubblicato nel 2023, che sottolinea l’importanza delle azioni di ripristino degli ecosistemi e di una loro più efficace gestione al fine di preservare i benefici derivanti da una natura sana, sia in termini ambientali che sociali, come la salute delle persone, la sicurezza alimentare e l’azione efficace per il clima, sia, infine, dal punto di vista economico.

In tale contesto, Il Parlamento Europeo, dopo la pubblicazione nel 2020 della Strategia Europea sulla biodiversità per il 2030, ha approvato, nel 2023, la Nature Restoration Law, che rappresenta la prima legge europea per il ripristino della natura con obiettivi giuridicamente vincolanti per gli Stati membri, tra cui: il ripristino e il miglioramento degli ecosistemi terrestri e marini di particolare interesse, il recupero degli ecosistemi urbani e la riconnessione naturale dei fiumi e degli ecosistemi agricoli. In particolare, la legge stabilisce l’ambizioso obiettivo di ripristinare il 20% degli ecosistemi degradati entro il 2030, con l’obbligo per gli Stati membri di redigere un Piano di Ripristino entro il 2050, che includa la quantificazione delle aree da ripristinare, le misure per raggiungere gli obiettivi e un calendario di attuazione. Gli impegni sono in linea con il Quadro Globale per la Biodiversità Kunming-Montreal adottato durante la quindicesima Conferenza delle Parti sulla Diversità Biologica (COP15) nel dicembre 2022. Durante la COP15, i 196 Paesi firmatari sono stati invitati ad aggiornare o formulare Strategie e Piani Nazionali per la Biodiversità.

Nel 2023, durante l’European Business & Nature Summit di Milano, oltre 350 aziende, istituzioni finanziarie, governi e rappresentanti accademici e della società civile si sono riuniti per discutere su come poter rispettare gli impegni del Global Biodiversity Framework (GBF), anche mediante il lancio della European Business and Nature Charter. Infine, nell’anno, sono state pubblicate le Raccomandazioni finali della Taskforce on Nature-related Financial Disclosures (TNFD), rivolte a tutte le organizzazioni. Tali raccomandazioni includono requisiti generali per le comunicazioni legate alla natura e si articolano su quattro pilastri - governancestrategiagestione del rischio e dell’impattometriche e obiettivi -, in linea con le Raccomandazioni della Taskforce on Climate-related Financial Disclosures (TCFD).

L’Italia, in coerenza con gli orientamenti europei e internazionali, dopo aver introdotto nella Costituzione il principio fondamentale della “tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi159, ha adottato, nel 2023, la Strategia Nazionale per la Biodiversità al 2030, definendo otto obiettivi specifici e focalizzandosi sulla costruzione di una rete coerente di aree protette e sul ripristino degli ecosistemi. Per facilitare il dialogo con le Associazioni Ambientaliste è stato istituito, presso il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, un tavolo di consultazione che ha coinvolto anche l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Scientifica (ISPRA) per garantire adeguato supporto tecnico e scientifico

 

Le Società del Gruppo Acea svolgono attività che, potenzialmente, possono avere impatti sulla biodiversità, come il ciclo integrato dei rifiuti, la conduzione degli impianti di produzione di energia elettrica, la gestione delle fonti di approvvigionamento idrico e dei depuratori e la distribuzione di energia elettrica. Per questo motivo, Acea pone particolare cura alla tutela degli ecosistemi in cui opera, contemplata nelle procedure dei Sistemi di gestione ambientali che perseguono il miglioramento continuo in ottica di riduzione degli impatti, nell’ambito delle valutazioni di progettazione e realizzazione degli impianti, nonché nella gestione delle aree di operatività. Le Società gestiscono i loro processi nel rispetto delle autorizzazioni ambientali a cui ogni impianto è soggetto e cercando di andare anche oltre il rispetto della normativa; le prescrizioni ambientali contenute negli atti autorizzativi rilasciati dall’Ente amministrativo competente sono stabilite in base a valutazioni di carattere tecnico-ambientale con riferimento al territorio in cui ricade l’impianto stesso, per la salvaguardia della flora e della fauna presenti e la tutela dell’ambiente naturale e, qualora applicabili nel rispetto delle BAT o BEMPs160 di comparto.

In particolare, le attività afferenti al Servizio idrico integrato sono tese al mantenimento di condizioni ambientali ottimali e i siti che insistono sulle fonti di prelievo idrico, in prossimità di sorgenti, sono gestiti avendo cura della conservazione degli ecosistemi esistenti e più in generale della preservazione della portata idrica restituita.

Allo stesso modo, nelle attività di depurazione, l’obiettivo primario è assicurare che gli scarichi, opportunamente trattati dagli impianti Acea, siano conformi ai limiti prescritti dalla normativa di settore e pertanto non danneggino ma tutelino gli habitat naturali dei corpi idrici recettori. Nel perseguimento anche di questo impegno si inquadrano i target di miglioramento dell’efficienza depurativa di alcune Società idriche (si veda il paragrafo Strategia e Sostenibilità, Il Piano di Sostenibilità 2020-2024 e gli obiettivi operativi).

Acea Produzione, per le centrali idroelettriche, gestisce i prelievi idrici ed i rilasci in ottemperanza alle Concessioni rilasciate dalle Autorità competenti ed alla normativa vigente. Per tutti gli invasi sono definiti i Progetti di Gestione con i relativi studi di incidenza per quelli che interessano aree protette, al fine di assicurare il mantenimento della capacità d’invaso e la salvaguardia della qualità dell’acqua invasata e del corpo idrico recettore, nonché per garantire il funzionamento degli organi di scarico e presa dello sbarramento (D. Lgs. n. 152/2006, DM 30/06/2004). La Società provvede alla salvaguardia degli habitat di tutte le specie presenti al fine di mitigare l’effetto dello sbarramento artificiale delle dighe, che interferisce sulla naturale migrazione della fauna ittica e sul graduale interramento del fondale, con conseguente variazione della flora autoctona delle sponde. La tutela dei suddetti bacini assicura le condizioni di vita dell’avifauna “stanziale” e “di passo”, che utilizza tali siti per la riproduzione e l’alimentazione anche durante le fasi migratorie. Acea Ambiente gestisce le emissioni in atmosfera degli impianti di termovalorizzazione, in ottemperanza alle autorizzazioni all’esercizio rilasciate dall’Autorità Competente e nel rispetto del Piano della Qualità dell’Aria dell’area in cui insiste l’attività produttiva (per i dettagli si rimanda al capitolo Emissioni).

In generale gli impianti del comparto energetico, che producono energia elettrica da fonti fossili e da rifiuti, sono incompatibili con le aree protette e pertanto non possono esservi ubicati.

Acea ha individuato i propri siti/impianti situati in aree ad elevata biodiversità, ovvero le Aree Naturali Protette (EUAP) di derivazione nazionale e i Siti della Rete Natura 2000 (SIC/ZSC e ZPS)161 istituiti a livello comunitario, mappando le infrastrutture delle principali Società operative (Acea Ato 2, Acea Ato 5, Gori, Gesesa, AdF, Acea Ambiente, Acea Produzione e Areti)162. Dall’analisi condotta nel 2020163, su oltre 23.000 siti/impianti, inclusi i tralicci ed escluse le reti elettriche interrate e le condotte, è risultato che quasi 2.290 siti, pari a circa il 10%, presentano una potenziale interferenza con le aree ad elevata biodiversità. Gli impianti dell’area Ambiente, attivi nel trattamento dei rifiuti, non ricadono nelle suddette aree.

Considerando, invece, soltanto i siti/impianti che possono avere impatti rilevanti sulla biodiversitàil numero scende a 1.145 e la percentuale sul totale si abbassa al 5%.

Gli impatti di rilievo sono stati stimati prendendo in considerazione le fasi di progettazione, realizzative e gestionali degli impianti, ed hanno portato ad escludere siti/impianti con impatti di minore entità, quali ad esempio le Case dell’acqua di Acea Ato 2, le cabine secondarie di Areti e gli impianti fotovoltaici assimilabili a quelli residenziali di Acea Produzione. Le analisi condotte sulla rete aerea di distribuzione elettrica (1.472 km analizzati) hanno evidenziato un’interferenza con le aree protette per circa il 27%, pari a 404 km di rete.

Il numero complessivo di aree naturali intersecate dai siti/impianti/reti ad impatto significativo è complessivamente 130 (55 EUAP, 61 SIC -ZSC e 14 ZPS)164 per una superficie totale di 223,4 ettari.

Grafico n. 49 – SITI/IMPIANTI/RETI ACEA ANALIZZATI, CON POTENZIALI IMPATTI SULLA BIODIVERSITÀ, E AREE PROTETTE INTERSECATE 

Grafico 49

NB: laddove SIC-ZSC e ZPS coincidono sono considerate una sola volta nei SIC-ZSC.

Nelle aree interessate trovano habitat specie animali e vegetali, tra le quali alcune elencate nella “Lista Rossa” dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (Red List IUCN) in status di minaccia

(nelle categorie “vulnerabile”, “in pericolo” e “in pericolo critico”)165, ovvero a rischio di estinzione nel breve o medio termine; queste specie rappresentano, pertanto, priorità di conservazione.

Le specie elencate nella Red List IUCN, potenzialmente impattate, sono complessivamente 453 specie vegetali (1 in pericolo critico e 2 in pericolo) e 42 specie animali, di cui 7 in pericolo critico, 9 in pericolo e 26 considerate vulnerabili (si veda, per i dettagli il grafico n. 50).

 

Grafico n. 50 – NUMERO DELLE SPECIE ELENCATE NELLA RED LIST IUCN CHE TROVANO HABITAT NELLE AREE PROTETTE INTERSECATE

Grafico 50

Con l’obiettivo di identificare le zone “prioritarie” ad elevata biodiversità su cui insistono i siti/impianti/reti elettriche delle principali Società del Gruppo, ossia gli habitat più fragili e/o maggiormente impattati dalle esternalità, Acea ha elaborato un Indice di Fragilità Ambientale relativa (IFA)166, un parametro atto a valutare, per ciascuna area protetta intersecata, i diversi habitat inclusi e la porzione di suolo occupata, la fragilità dell’habitat e la tipologia di siti/impianti presenti167.

Ciò ha consentito di identificare 12 zone ad elevata biodiversità, definite come prioritarie per la loro maggiore “vulnerabilità”; su di queste - Parco regionale dei Monti Lattari, Dorsale dei Monti Lattari, Piana di S. Vittorino - Sorgenti del Peschiera, Riserva naturale Valle dell’Aniene, Fiume Farfa (corso medio - alto), Parco regionale Bacino Fiume Sarno, Monte Mai e Monte Monna, Riserva naturale Litorale romano - hanno impatti potenziali siti/impianti, su possono interferire le reti di distribuzione dell’energia elettrica (Parco Regionale urbano Pineto, Castel Porziano - fascia costiera, Castel Porziano Tenuta presidenziale, Riserva naturale dell’Insugherata).

 

siti

La conoscenza delle potenziali interferenze crea le condizioni per operare al meglio e le Società hanno pianificato e/o messo in campo diverse iniziative a tutela della biodiversità, alcune nelle zone “prioritarie” ad elevata biodiversità, sintetizzate nel box dedicato.

I PRINCIPALI PROGETTI IN ZONE “PRIORITARIE” AD ELEVATA BIODIVERSITÀ

ZONE "PRIORITARIE" AD ELEVATA BIODIVERSITÀ INIZIATIVE INTRAPRESE

Piana di S. Vittorino -
Sorgenti del Peschiera

Fiume Farfa
(corso medio - alto)

Le due aree sono interessate dal sistema acquedottistico Peschiera-Le Capore gestito da Acea Ato 2 su cui si sta realizzando il raddoppio del tronco superiore dell’acquedotto.

Sull’area del fiume Farfa, inoltre, la Società ha incaricato l’Università Federico II di Napoli di svolgere uno studio tecnico-scientifico sulle caratteristiche di naturalità del fiume che include il sito di captazione della risorgiva in località Le Capore. Lo studio ha evidenziato come il rilascio di acqua a valle della Sorgente Le Capore determini effetti positivi sull’ecosistema, favorendo la ricostituzione dell’ambiente naturale fluviale con la ricchezza e diversità di specie animali e vegetali.

Lo stesso Fiume Farfa è oggetto di una convenzione tra Acea Ato 2 e l’ente della Riserva Naturale Regionale Nazzano, Tevere-Farfa, il cui scopo è quello di monitorare l’evoluzione dell’ecosistema fluviale nell’ambito del sito protetto.

Parco regionale Bacino Fiume Sarno

Gori è impegnata nella realizzazione di rilevanti opere di disinquinamento del bacino idrografico del fiume Sarno attraverso il completamento della rete fognaria ed il conseguente collettamento a depurazione. Il progetto, svolto in sinergia con i diversi attori del territorio, coinvolge anche l’associazione ambientalista Marevivo Onlus e avrà significativi impatti sul recupero dell’ecosistema fluviale e, in conseguenza, sull’intero Golfo di Napoli.

Riserva Naturale
Valle dell’Aniene

Riserva Naturale
Litorale romano

Acea Ato 2, per verificare eventuali criticità negli habitat limitrofi ai maggiori impianti di depurazione di Roma, effettua appositi monitoraggi nelle aree di pertinenza e circostanti.

Gli studi già condotti hanno riguardato i depuratori di Roma Nord, Roma Sud, CoBIS, Ostia, Roma Est e, nel 2023, è stato valutato il depuratore di Fregene, ubicato nell’area Riserva Naturale Litorale romano. I risultati finora ottenuti hanno evidenziato che gli impianti analizzati svolgono un ruolo positivo per l’ecosistema costituendo un hotspot di biodiversità sinantropica, cioè un luogo dove le specie che convivono o stanno imparando a convivere con l’uomo, tendono a formare una comunità ecologica ricca e stabile. Le specifiche condizioni ambientali e il basso impatto antropico, infatti, favoriscono la presenza di una comunità faunistica estremamente caratteristica. Per il 2024 è previsto un nuovo monitoraggio presso il depuratore di Roma Nord.

Areti nell’area Riserva Naturale Litorale romano sta portando avanti un programma di dismissione e demolizione di linee elettriche aeree e tralicci e ha installato nidi per la salvaguardia dell’avifauna su alcune cabine secondarie.

Le iniziative intraprese dalle Società si sviluppano anche su altre zone, sempre di notevole interesse naturalistico, sebbene non “prioritarie”.

Areti, per limitare i potenziali impatti sull’avifauna delle infrastrutture aeree di distribuzione dell’energia elettrica (di alta e media tensione), intraprende iniziative di mitigazione del rischio in collaborazione con le Autorità competenti, mettendo in campo le migliori soluzioni tecnologiche a problemi che hanno probabilità di verificarsi in aree sensibili o di particolare valore naturalistico. In particolare, nel rispetto del Protocollo d’Intesa per il riassetto delle reti elettriche, procedono gli interventi di dismissione e demolizione di linee elettriche aeree all’interno di importanti aree sottoposte a tutela, quali: il Parco di Veio, la Riserva Naturale della Marcigliana e, a sud di Roma, la Riserva Naturale Decima Malafede (oltre che nella zona prioritaria della Riserva Naturale del Litorale romano). Per i dettagli degli interventi effettuati nel 2023 si veda il paragrafo La distribuzione di energia nel capitolo Business Energia. La Società di distribuzione elettrica e l’Ente gestore del Parco Naturale di Veio hanno sottoscritto un atto di impegno con il quale la Società assicura il sostegno finanziario e operativo per attuare un piano, volto al monitoraggio dell’avifauna che prevede l’installazione sulle funi di guardia delle linee aeree di dissuasori, costituiti da spirali plastiche, che rendono più evidenti le funi mitigando notevolmente il rischio di possibili collisioni con l’avifauna. Inoltre, nel 2023, Areti ha concluso, con la collaborazione dell’ente naturalistico Ornis Italica, l’attività di installazione e primo monitoraggio dei nidi, alcuni dei quali installati in aree ad elevata biodiversità come nella Riserva Naturale Litorale romano e Riserva Naturale della Marcigliana, presso 30 cabine secondarie. Dal monitoraggio è emerso che alcuni nidi sono stati occupati da barbagianni, gheppi e civette (specie ricomprese in Red List nella categoria “minor preoccupazione”): un dato che, secondo l’associazione Ornis Italica, è da considerarsi più che soddisfacente, considerando il breve intervallo di tempo intercorso fra le installazioni dei nidi e la nidificazione. Infine, il target di sostenibilità di Areti, che prevede la rimozione di 200 sostegni ha impattato positivamente, permettendo il recupero di suolo, anche in aree ad elevata biodiversità.

Acea Ato 2 ha continuato il monitoraggio della presenza del Falco Pellegrino (ricompreso in Red List, categoria “minor preoccupazione”) nel sito SIC-ZSC di Villa Borghese e Villa Pamphili, in uno spazio dell’area delle sorgenti dell’Acqua Vergine. Come di consueto, la comunità di studiosi, ornitologi ed appassionati ha potuto seguire la vita dei rapaci che abitano le sorgenti dell’Acqua Vergine, grazie ad una webcam gestita da Ornis italica. Ornis italica è un’associazione di ricercatori promotrice del progetto Birdcam.it, che rende disponibili online (www.birdcam.it) le immagini del nido presente sull’infrastruttura di Acea. Anche nel 2023 è stato raggiunto un ottimo risultato facilitando la nidificazione del falco, grazie al verificarsi della nascita e della crescita di altri falchi Pellegrini. Inoltre, la Società ha effettuato un monitoraggio volto a valutare il regime idrologico del corso d’acqua del Fiume Mignone, finalizzato ad una gestione sostenibile dei prelievi e della risorsa idrica e a preservare gli equilibri degli ecosistemi naturali. Tale attività viene svolta in collaborazione con l’ente della Riserva Naturale di Canale Monterano nella quale è ubicato l’impianto.

Nel 2023, AdF ha partecipato ai tavoli di lavoro relativi al bacino del fiume Pecora ed a quello del torrente Pesa, a cui aveva aderito a partire dal 2022, con l’obiettivo di sviluppare proposte, concertate tra i diversi stakeholder, sui temi di valorizzazione territoriale ed ambientale, che permetteranno di ridurre gli impatti sugli ecosistemi afferenti ai due bacini idrici.

Acea Ambiente, ha portato avanti il progetto UrBees, avviato nel 2020 e finalizzato al monitoraggio ambientale tramite l’osservazione del comportamento delle api come insetti bioindicatori (si veda il box dedicato).

LE API NEL RUOLO DI BIOINDICATORI, IL PROGETTO URBEES

Acea Ambiente, ha avviato sin dal 2020, il progetto UrBees, svolto in collaborazione con esperti apicoltori e l’Università Cattolica del Sacro Cuore e finalizzato al monitoraggio ambientale tramite l’osservazione del comportamento delle api come insetti bioindicatori.

Il progetto ha previsto l’installazione di tre arnie presso l’impianto di termovalorizzazione di San Vittore del Lazio (FR) per condurre il biomonitoraggio ambientale dell’area circostante. Il biomonitoraggio è uno strumento innovativo di controllo ambientale, che permette di rilevare gli effetti dell’inquinamento osservando organismi viventi e i loro parametri biologici attraverso lo studio di variazioni ecologiche dovute all’effetto di una o più sostanze inquinanti presenti nella biosfera. Si scelgono le api come insetti bioindicatori perché sono capaci di rendere l’alveare una vera centralina ambientale. Le api, infatti, replicano lo stesso tipo di comportamento ogni giorno: si allontanano dall’arnia per compiere voli di perlustrazione, poi rientrano trasportando (nella peluria e sulle ali) le informazioni raccolte sull’ambiente esplorato. In tale contesto, le api mellifere, in particolare, sono tra le migliori “sentinelle dell’ambiente”, favoriscono la biodiversità vegetale e rendono possibile la determinazione di dati qualitativi e quantitativi relativi alla salubrità o meno di uno specifico ecosistema nonché la mappatura della biodiversità nell’area.

Le osservazioni effettuate, hanno evidenziato la complessiva buona salute delle api e l’assenza di casi di malattie impreviste o spopolamento. In particolare, il progetto ha comprovato l’assenza di polveri sulle ali delle api riconducibili alla fonte di emissione.

Nel 2023 sono stati raccolti 3 campioni di miele dagli alveari e sono stati sottoposti ad analisi al fine di individuarne la composizione pollinica e quindi dedurne con esattezza la derivazione botanica e geografica del miele. Le specie botaniche individuate dalle analisi sono state classificate per la loro maggiore o minore presenza nei campioni analizzati e messe in rapporto tra loro per valutarne le abbondanze relative.

Dalle analisi sui campioni di miele prodotto sono state rilevate un totale di 85 specie differenti di piante da cui si è potuto calcolare un indice di biodiversità floreale168 pari a 0,937: un valore altissimo che rispecchia la diffusione e la varietà di specie botaniche presenti nei pressi del Termovalorizzatore che contribuiscono alla salute delle api mellifere.

Nell’anno, grazie agli innumerevoli voli delle api, sono stati prodotti 40 kg di miele, distinti in tre tipologie “Miele 41 fiori”, “Miele 34 fiori” e “Miele 46 fiori”, composti dall’equivalente numero di specie botaniche.

LE api

Nel 2023, presso alcuni siti di Acea Ambiente, tra cui l’impianto di Terni e il polo impiantistico di Orvieto Ambiente, sono state create zone verdi con la piantumazione di specie arboree autoctone volte a ridurre l’impatto visivo degli impianti e aumentare le specie vegetali e animali presenti nelle zone limitrofe. Inoltre, anche nel perimetro di pertinenza dell’impianto di Orvieto Ambiente, si è provveduto, con la collaborazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, all’installazione di arnie. I risultati delle analisi permetteranno di restituire informazioni per valutare la biodiversità vegetale presente nell’area oggetto di studio, acquisendo dati su un’area equivalente a 7 km2, calcolata sul raggio di volo medio delle api paria 1,5 km. Infine, è in fase di sviluppo un progetto di zonizzazione all’interno del polo impiantistico, destinato alla creazione di un giardino naturalistico.

GESTIONE DELLA RISORSA IDRICA, SORGENTI E AREE PROTETTE

Il Gruppo, tramite le società Acea Ato 2, Acea Ato 5, Gori, AdF e Gesesa, utilizza per l’approvvigionamento idrico in prevalenza sorgenti site in zone incontaminate.

Il sistema di approvvigionamento del territorio gestito da Acea Ato 2 è composto da sette sistemi acquedottistici, da 14 fonti di approvvigionamento principali, dalle reti di distribuzione, e da numerose fonti locali minori, tra cui soprattutto pozzi, per una portata che supera i 21.000 litri/secondo. Il sistema acquedottistico e di distribuzione di acqua potabile si sviluppa per oltre 15.800 km169. Ad integrazione di questo patrimonio naturale di inestimabile valore, il lago di Bracciano e il fiume Tevere, grazie ai lavori di adeguamento condotti sul potabilizzatore di Grottarossa, costituiscono, esclusivamente in caso di emergenza idrica, una riserva da utilizzare previo trattamento.

VALUTAZIONI DELLA DISPONIBILITÀ IDRICA SOTTERRANEA

In accordo con quanto stabilito dai criteri della Water Framework Directive (WFD, 2000/60/CE), lo studio della disponibilità, in termini quantitativi, delle potenziali risorse idriche sotterranee e dei possibili impatti relativi al prelievo di risorsa idrica dalle sorgenti può essere effettuato tramite il monitoraggio di alcune variabili attraverso l’implementazione di adeguati modelli interpretativi.

Le principali componenti da monitorare sono individuabili dalle precipitazioni (liquide e nevose), dall’evapotraspirazione, dal ruscellamento superficiale e l’infiltrazione nel sottosuolo in corrispondenza dell’area oggetto di bilancio. Per le aree di ricarica rappresentative degli acquiferi in gestione ad Acea Ato 2, è stata implementata una metodologia di calcolo in continuo (dal 1990 ad oggi) che consente la quantificazione delle componenti del bilancio idrologico a scala giornaliera. Tale metodologia, riproposta da Acea Ato 2 secondo quanto definito dalle linee guida nazionali (Criteri tecnici per l’analisi dello stato quantitativo e il monitoraggio dei corpi idrici sotterranei, ISPRA 157/2017), rappresenta un valido strumento per il monitoraggio dello stato quantitativo dei corpi idrici sotterranei.

Acea Ato 5 ha portato avanti uno studio sulla disponibilità idrica su alcune fonti significative. È stata effettuata un’analisi sulle precipitazioni e sulla portata prelevata, per gli anni 2017-2023. In particolare, si è osservata, negli ultimi sei anni, la netta riduzione delle precipitazioni e di conseguenza una minore ricarica delle fonti di approvvigionamento; il modello utilizzato ha reso possibile effettuare previsioni sulla disponibilità idrica. Con cadenza periodica viene predisposto un report che, partendo dall’osservazione dei fenomeni occorsi e confrontando gli scenari di disponibilità degli anni precedenti, formula ipotesi di disponibilità idrica. Il documento è presentato dalla Società in occasione degli incontri periodici convocati dall’Osservatorio Permanente sugli Utilizzi delle Risorse Idriche della Regione Lazio.

AdF provvede al monitoraggio continuo dei volumi idrici prelevati, sia mediante dati acquisiti in continuo dal telecontrollo che mediante misure acquisite in campo dal personale operativo ed inviate tramite tablet al gestionale aziendale. Le misure provenienti da entrambi i canali confluiscono in un unico sistema, con il quale si provvede sia al monitoraggio dei distretti idrici per indirizzare le attività di ricerca perdite che al controllo del bilancio idrico ed al monitoraggio dei relativi indicatori di qualità tecnica (M1a ed M1b). Sulla base di tali monitoraggi, viene anche aggiornato trimestralmente un documento, condiviso con l’Autorità Idrica Toscana, relativo allo stato di possibile emergenza idrica, in cui sono riportate le potenziali criticità per “siccità” (carenza di risorsa) e gli interventi gestionali o infrastrutturali previsti per affrontare tali circostanze. Cruscotti di monitoraggio creati per la valutazione real time delle caratteristiche quali-quantitative delle fonti di approvvigionamento si sono mostrati particolarmente utili per il controllo delle situazioni di crisi idrica, sia per la pianificazione di uso della risorsa che ai fini di rendicontazione e comunicazione.

Nel complesso territoriale dell’ATO 5 Lazio Meridionale-Frosinone, Acea Ato 5 gestisce 80 fonti di approvvigionamento, di cui 75 attive, distinte tra 42 pozzi/campi pozzi e 33 sorgenti. Oltre alle fonti suddette, la Società acquista e cede acqua attraverso punti di interscambio con altri gestori. Dalle fonti di approvvigionamento l’acqua viene poi condotta nei Comuni attraverso la rete di adduzione, cui segue, partendo da serbatoi e partitori, un’articolata rete di distribuzione che raggiunge le utenze servite, per un totale di 6.212 km.

Gesesa, che opera nell’Ambito Distrettuale Sannita della Regione Campania, gestisce per l’approvvigionamento della risorsa idrica potabile circa 1.970 km di rete, sorgenti, a prevalente carattere stagionale, e capta la maggior parte della risorsa con l’ausilio di pozzi in falda. Si distinguono tre grandi sistemi di captazione: la piana di Benevento, costituito dal pozzo di Pezzapiana, un pozzo situato alle falde del monte Taburno ed un pozzo situato nei pressi della sorgente del Grassano.

AdF, che opera nella Conferenza Territoriale Ottimale n. 6 “Ombrone”, gestisce il sistema idropotabile tramite una rete che si estende per circa 8.400 km; l’acqua è prelevata per quasi il 50% dalle sorgenti del Fiora che si trovano alle pendici del Monte Amiata, mentre nell’area senese gli impianti di maggior rilievo sono il Campo Pozzi del Luco e l’acquedotto del Vivo che attinge acqua dalle tre sorgenti dell’Amiata Ermicciolo, Ente e Burlana, collocate nella zona di Vivo d’Orcia.

Il sistema idrico gestito da Gori nel distretto territoriale Sarnese Vesuviano, che si estende per circa 5.270 km, è distinto in tre sottosistemi principali: Vesuviano, Monti Lattari e Ausino. Il Sistema Vesuviano è il più esteso dei tre e nasce dall’integrazione funzionale dell’Acquedotto del Sarno e dell’Acquedotto Vesuviano, a loro volta interconnessi con gli schemi esterni dell’Acquedotto Campano, dell’Acquedotto della Campania Occidentale e dell’Acquedotto del Serino. Ad esso è deputata l’alimentazione di gran parte dei comuni dell’ATO 3. Il Sistema Monti Lattari serve il territorio della penisola Sorrentina, dell’isola di Capri e della piana Stabiese. Il Sistema Ausino, infine, costituisce lo schema di adduzione per i comuni che occupano le propaggini più orientali del territorio. L’acqua prelevata da fonti endogene rappresenta circa un terzo del totale mentre la restante quota proviene da sistemi extra ATO.

Tutte le Società assicurano l’esercizio e la corretta manutenzione delle opere di captazione, degli impianti idrici, delle adduttrici, delle reti di distribuzione e dei misuratori delle utenze; vengono altresì realizzati interventi di manutenzione straordinaria, tra cui il rifacimento e l’ammodernamento e/o il potenziamento degli impianti e delle reti.

Nel 2023, Acea Ato 2 ha proseguito, in collaborazione con Acea Infrastructure, lo sviluppo dell’insieme degli interventi volti a mettere in sicurezza ed ammodernare il Sistema acquedottistico del Peschieraun’infrastruttura strategica fondamentale per assicurare la maggiore resilienza del sistema di approvvigionamento ed adduzione gestito. È stata completata la fase progettuale-autorizzativa per i 4 sotto-progetti170 relativi ad opere idrauliche, individuati nel 2021, che saranno realizzati anche con un finanziamento171 ottenuto nell’ambito del PNRR172. Per quanto riguarda l’intervento principale denominato “Nuovo Tronco Superiore Acquedotto del Peschiera”, che sarà realizzato anche grazie ad un ulteriore finanziamento173 stabilito con legge di Bilancio 2023 (L n. 197/22), nell’anno è proseguito l’iter autorizzativo174 (si veda La qualità nell’area idrica idrico in capitolo Clienti e collettività).

L’ubicazione e la superficie in metri quadri delle fonti, ricadenti in aree sottoposte a tutela assoluta175, sono rappresentate in tabella n. 53. Si tratta di “aree a stress idrico”, così come definite a livello internazionale dal World Resouces Institute176. La risorsa prelevata è costituita da acque dolci177, tranne che per l’1,3% del prelevato da AdF, pari a circa 0,76 milioni di metri cubi, costituito da acque marine. Il totale delle superfici rappresentate è situato in aree a elevato stress idrico.

I dati sui prelievi dalle sorgenti da parte delle Società sono illustrati nel Bilancio ambientale.

Per tutelare le aree su cui insistono le sorgenti, Acea Ato 2 utilizza anche il monitoraggio satellitare. L’azione di sorveglianza si concentra nei luoghi in cui viene rilevata – in base al confronto tra due immagini riprese dallo spazio a distanza di alcuni mesi – una variazione morfologica ingiustificata o comunque sospetta, quali nuove costruzioni non censite, movimenti terra, piccole discariche. La Società provvede ad effettuare verifiche sul posto per accertare l’esistenza di minacce alla risorsa idrica, assicurando un presidio puntuale. In particolare, nel 2023, grazie all’identificazione satellitare dei cambiamenti (change detection) ed ai sopralluoghi aggiuntivi eseguiti su tutte le fasce di rispetto della rete di adduzione e captazione, sono stati riscontrati 62 abusi.

Tabella n. 53 – LE PRINCIPALI FONTI SOTTO TUTELA

area sensibile comune superficie (m2) (*)
NELL'ATO 2 - LAZIO CENTRALE163
sorgenti Peschiera comune di Cittaducale (Rieti, Lazio) 187.289
sorgenti Le Capore comune di Frasso e Casaprota (Rieti, Lazio) 618.273
sorgente Acqua Marcia comuni di Agosta-Arsoli-Marano Equo (Roma) 818.457
sorgente Acquoria comune di Tivoli (Roma) 8.862
sorgenti Pantano Borghese Acqua Felice comune di Zagarolo (Roma) 392.123
sorgenti Simbrivio Comune di Vallepietra (Roma) 190.624
sorgenti e pozzi Ceraso (acquedotto Simbrivio) comune di Vallepietra (Roma) 9.072
sorgenti Pertuso comune di Trevi - Filettino (Lazio) 66.853
sorgenti Doganella comune di Rocca Priora (Roma) 137.873
sorgenti Acqua Vergine comune di Roma 220.566
pozzi Torre Angela comune di Roma 49.897
pozzi di Finocchio comune di Roma 32.197
pozzi Laurentina comune di Ardea 7.650
pozzi Pescarella comune di Ardea 2.472
lago di Bracciano comune di Roma 1.038
opera di presa sul fiume Tevere presso potabilizzatore di Grottarossa comune di Roma 1.769
opera di presa sul fiume Mignone presso traversa fluviale Lasco del Falegname comune di Canale Monterano 2.000
altri fonti di approvigionamento (sorgenti minori e altri campi pozzi) vari comuni nell'ATO 2 80.000
Nell'ato 5 - LAZIO MERIDIONALE
pozzi Posta Fibreno comune di Posta Fibreno (Frosinone) 20.000
pozzi Tufano comune di Anagni (Frosinone) 18.000
sorgente Capofiume comune di Collepardo (Frosinone) 10.000
sorgente Madonna di Canneto comune di Settefrati (Frosinone) 10.000
pozzi Forma d'Aquino comune di Castrocielo (Frosinone) 20.000
pozzi Carpello comune di Campoli Appennino (Frosinone) 15.000
pozzi Mola dei Frati comune di Frosinone 5.000
AMBITO DISTRETTUALE SANNITA
18 pozzi comuni di Benevento, Telese Terme, Castelpagano, Vitulano, Melizzano, Sant'Agata de' Goti, Cautano 9.110
sorgente Ciesco Castelpoto 307
sorgente Faitillo e Orto dei Ciuffi San Giorgio La Molara 2.412
sorgente Gradola Tocco Caudio 707
sorgente Monticelli Castelpagano 358
sorgente Pietrafitta e Ruggiero Torrecuso 2.242
sorgente San Vito Frasso Telesino 249
sorgente Voneventa Molinara 516
NELL'AMBITO DISTRETTUALE SARNESE VESUVIANO
sorgente Vado comune di Bracigliano (Salerno) 1.338
sorgente Forma comune di Gragnano (Napoli) 322
sorgente Imbuto comune di Gragnano (Napoli) 187.159
sorgente S.M. Lavorate comune di Nocera Inferiore (Salerno) 5.971
sorgente e campo pozzi S.M. La Foce comune di Sarno (Salerno) 60.202
fonte Fontana grande comune di Castellammare di Stabia (Napoli) 330
complessi Murata, Pugliana, Casaliciello, Santa Lucia, Tartaglia comuni di Cercola, Ercolano, Pollena Trocchia, Roccarainola, San Giorgio a Cremano (Napoli) 15.473
complesso Monte Taccaro, Campo pozzi Angri comune di Angri (Salerno) 43.072
campo pozzi Suppezza, Gragnano, San Mauro Montalbino, Mercato Palazzo, Santa Lucia comune di Castellammare di Stabia, Gragnano, Nocera Inferiore, Sarno (Salerno) 46.610
pozzi Traiano, Stromboli-Vesuvio, Petraro comuni di Castel San Giorgio, Mercato San Severino, Nocera Superiore (Salerno) 7.203
21 pozzi della provincia di Salerno comuni di Bracigliano, Castel San Giorgio, Corbara, Fisciano, Mercato San Severino, Nocera Inferiore, Nocera Superiore, Pagani, Siano (Salerno) 10.657
4 pozzi della provincia di Napoli comuni di Castellammare di Stabia, Palma Campania, Roccarainola, San Giorgio a Cremano (Napoli) 1.529
NELLA CONFERENZA TERRITORIALE OTTIMALE 6 OMBRONE
Sorgente Galleria Alta - Galleria Bassa - Fonte Carolina comune di Santa Fiora (Grosseto) 37.046
Sorgente Ermicciolo comune di Castiglione d'Orcia (Siena) 3.885
Sorgente Arbure comune di Castel del Piano (Grosseto) 7.443
Sorgente Ente comune di Arcidosso (Grosseto) 327
Sorgente Burlana comune di Seggiano (Grosseto) 2.442
Campo pozzi Luco comune di Sovicille (Siena) 10.063

(*) i dati delle superfici sono stimati

168 L’indice di biodiversità floreale di UrBees considera la presenza di specie botaniche abbondanti e l’influenza di specie botaniche più rare presenti in un’area oggetto di studio pari a 7km2, definita sul raggio medio di volo delle api (1,5km). Esso esprime un valore compreso tra 0 e 1. Più ci si avvicina all’1 e più la biodiversità botanica nell’area risulta equilibrata.

169 Il dato include le consistenze non ancora georeferenziate.

170 Si tratta del “Nuovo Acquedotto Marcio - I Lotto”, del “Raddoppio VIII Sifone -Tratto Casa Valeria - Uscita Galleria Ripoli – I Fase”, dell’“Adduttrice Ottavia – Trionfale” e della “Condotta Monte Castellone - Colle Sant’Angelo (Valmontone)”.

171 Pari a circa 244 milioni di euro.

172 Secondo il DM 517/21 ed il Decreto Ragioniere Generale dello Stato n. 160/22 (Fondo per Avvio Opere Indifferibili).

173 Pari a circa 700 milioni di euro.

174 Sulla base del Parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici espresso nell’Adunanza del 14/10/2020 (Prot. n. 46/2020) e ai sensi dell’art. 44, comma 1 bis, della L. 108/21.

175 Le aree di tutela assoluta sono le aree immediatamente circostanti le captazioni o derivazioni, così come definite nel D. Lgs. n. 152/2006.

176 https://www.wri.org/aqueduct. La verifica che le fonti siano collocate in aree a stress idrico è stata compiuta con Aqueduct, un tool di comprovata validità realizzato dal World Resources Institute (WRI).

177 Acque i cui solidi disciolti totali sono ≤1.000 mg/l.