Relativamente allo scenario di mercato elettrico nazionale, la domanda di energia elettrica 2022 è stata pari a 315.238 GWh (dati Terna), in riduzione dell’1,3% rispetto all’anno precedente, confermando un trend in calo già riscontrato alla fine del terzo trimestre, mentre sui soli primi sei mesi dell’anno si registrava un aumento del 2% rispetto allo stesso periodo del 2021.

La produzione di energia, al netto degli autoconsumi e dei consumi da pompaggio (26.431 GWh, -3,4%), è stata pari a 245.872 GWh, in riduzione dell’1,4% rispetto al 2021, e ha coperto il 78% del fabbisogno, mentre risulta stabile l’apporto dell’import netto, che si è attestato su 42.935 GWh (+0,4%) e ha contribuito per il 13,6% al soddisfacimento della domanda. La sola produzione da fonte termoelettrica (168.024 GWh, +6,8%) ha soddisfatto il 53,3% della domanda, chiamata a compensare il crollo della fonte idroelettrica, in calo verticale già da inizio anno e messa definitivamente in ginocchio dalla siccità estiva e autunnale (29.663 GWh, -34,7%).

A fronte di una lieve flessione della fonte geotermica (5.444 GWh, -1,5%), la fonte fotovoltaica (22.511 GWh) ha fatto registrare un importante incremento di produzione rispetto al 2021 (+12,2%), mentre la fonte eolica ha mostrato una significativa riduzione sull’ultimo trimestre, portando il consuntivo annuo a chiudere in discesa rispetto a un anno fa (20.230 GWh, -2,9%). Si segnala che la Commissione Europea ha stabilito da dicembre 2022 un limite pari a 180 €/MWh ai ricavi da tali fonti rinnovabili a basso costo, le quali dunque fino a giugno 2023 non riceveranno il maggior prezzo determinato dalla fonte più costosa (il gas), generando così extra-benefit per gli Stati Membri da riconoscere in bolletta ai consumatori.

Il PUN (Prezzo Unico Nazionale) nel 2022 ha registrato un valore medio di 303,95 €/MWh, mostrando un aumento del 142% rispetto all’anno precedente. La vertiginosa crescita dei prezzi dell’energia elettrica in Italia durante l’estate ha visto poi una discesa altrettanto ripida in autunno, tanto che i prezzi medi di ottobre e novembre sono tornati a livelli pre-conflitto, con l’intero ultimo trimestre a consuntivare mediamente 243,83 €/MWh, un valore sostanzialmente in linea con il quarto trimestre 2021 (+0,8%) e dimezzato rispetto al terzo trimestre 2022 (-48%).

MGP: Prezzo Unico Nazionale (PUN) 3

Per quanto concerne il gas naturale, la domanda nazionale nel 2022 si è attestata a 66.022 Msmc (dati Snam Rete Gas), in calo del 10,2% rispetto al 2021, per effetto di una contrazione generalizzata su tutti i comparti. La distribuzione (29.076 Msmc, -13,5%), che comprende residenziali e PMI, ha risentito di una parziale flessione del carico primavera/estate delle PMI per effetto caro-prezzi, ma soprattutto di un ritardo della rampa autunnale del carico termico e in generale di un minor uso dei riscaldamenti, per temperature sopra le medie e misure di contenimento consumi come da Regolamento UE 2022/1369 del 5 agosto. Il comparto industriale (11.985 Msmc, -14,3%) ha fatto registrare una discesa progressiva del carico già da inizio anno, accentuatasi dall’estate quando le bollette hanno effettivamente costretto le imprese a rallentare e/o chiudere la produzione. Il comparto termoelettrico (24.961 Msmc, -3,6%), in salita sui primi sei mesi 2022, ha mostrato una inversione di tendenza dal terzo trimestre, sia per via di uno switch massiccio da gas a carbone per produrre elettricità, sia per il già citato crollo della domanda elettrica, soprattutto nell’ultimo trimestre dell’anno.

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