Rischi ambientali climatici: approfondimenti e disclosure

[GRI - 102-29], [GRI - 201-2], [GRI - 302-1], [GRI - 305-1],

I RISCHI CLIMATICI

Se la pandemia da Covid-19 ha rappresentato negli ultimi anni l’emergenza prioritaria da fronteggiare, la situazione geopolitica odierna ci costringe a fronteggiare una crisi energetica mai vista prima, mentre l’intensificazione delle variazioni climatiche induce gravi impatti sia a livello locale che globale. Entrambe determinano un rallentamento delle maggiori economie mondiali.
Il cambiamento climatico, come già accennato, è tra le sfide ambientali e sociali più rilevanti del nostro tempo. La Conferenza delle Parti (COP) della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, tenutasi a Sharm el-Sheikh a novembre 2022 (si veda il box di approfondimento), conferma l’obiettivo ratificato nel 2021 a Glasgow, del mantenimento della temperatura globale al di sotto degli 1,5 gradi Celsius di aumento rispetto ai livelli preindustriali.
Tuttavia, secondo l’ultimo Rapporto IPCC del 2022 l’incremento della temperatura media mondiale, rispetto al 1850, è stato di circa 1 grado Celsius144; nonostante l'attuale livello di contenimento, per restare al di sotto di 1,5 gradi Celsius a livello globale saranno necessari ulteriori impegni.

IL TEMA DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO ALLA COP 27IL TEMA DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO ALLA COP 27

La 27a Conferenza delle Parti (COP27) della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici si è svolta a Sharm el-Sheikh dal 6 al 18 novembre 2022, in un panorama di crisi globale. I negoziati hanno seguito linee d’azione relative a cinque tematiche fondamentali: la decarbonizzazione, l’adattamento climatico, la natura, il cibo e l’acqua. 
In contemporanea, il 16 novembre, durante il G20 di Bali, tali punti sono stati inseriti nell’aggiornamento del Piano d’azione del G20 per l’Agenda 2030, adottato nel 2016.
La COP27 si è conclusa con l’emanazione di una decisione finale: lo Sharm el-Sheikh Implementation Plan. Tale accordo mantiene quanto ratificato nel Glasgow Climate Pact (COP26) che prevede l’impegno dei paesi firmatari nel mantenere la temperatura globale al di sotto degli 1,5°C di aumento rispetto ai livelli preindustriali.
L’Accordo evidenzia la necessità della transizione verso un sistema basato su fonti rinnovabili e riduzione dell’utilizzo dei combustibili fossili. Vengono incoraggiati gli sforzi per eliminare gradualmente il carbone, favorendo le fonti a basse emissioni e promuovendo l’eliminazione dei sussidi alle fonti fossili. Per quanto riguardo i contributi determinati a livello nazionale (Nationally Determined Contributions - NDC), i Paesi che non hanno ancora presentato i loro impegni nella decarbonizzazione, sono invitati a farlo, mentre quelli che lo hanno già fatto sono invitati ad un aggiornamento entro il 2023.
La principale novità riguarda l’introduzione del principio “loss and damage”, per cui è previsto il riconoscimento di indennizzi ai Paesi in via di sviluppo più vulnerabili per i danni climatici subìti. Il principio verrà attuato tramite la costituzione di un Fondo che sarà definito. La prossima conferenza, COP28, verrà ospitata dal 30 novembre al 12 dicembre 2023 a Dubai.

Acea ha proseguito la propria strategia di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici con efficientamenti energetici in capo alle Società e, in ambito idrico, il riutilizzo di acque reflue depurate in agricoltura; con interventi volti ad aumentare la resilienza delle infrastrutture; con un piano di rilevante incremento della produzione da fonti energetiche rinnovabili145 e il duplice obiettivo di raggiungere un’alta efficienza negli usi interni finali e negli usi di processo dell’energia e ridurre l’intensità di carbonio (gCO2/kWh prodotti). I risultati ottenuti, ad oggi, sono rappresentati nella tabella n. 63 sugli indici di intensità energetica e in tabella n. 69 sugli indici di intensità delle emissioni.

Acea valuta i rischi climatici, distinguendoli in fisici e di transizione, in coerenza con il Questionario CDP e con le Raccomandazioni della Task Force on Climate-related Financial Disclosures (TCFD). Dopo un primo progetto, realizzato gli anni passati, nel 2022 Acea ha portato avanti, in sinergia con le principali Società del Gruppo146, le analisi delle diverse tipologie di rischio generate dal cambiamento climatico sui business gestiti (si veda il box di approfondimento).

IL PROGETTO ACEA 2022 SULL’APPROCCIO TCFD

Acea, che ha da tempo accolto la sfida globale del contrasto al cambiamento climatico anche grazie all’esperienza maturata in ambito CDP, ha voluto ampliare le proprie conoscenze nell’applicazione di scenari climatici internazionali realizzando due progetti consecutivi, di cui il più recente nel 2022, sull’applicazione dell’approccio raccomandato dalla Task Force on Climate-related Financial Disclosures (TCFD). Le 11 Raccomandazioni della TCFD sulla Disclosure finanziaria correlata al clima, infatti, rappresentano il modello di riferimento a livello internazionale e comunitario; esse sono applicabili a tutte le organizzazioni, sono focalizzate su rischi e opportunità legati al cambiamento climatico e sull’incremento della capacità di visione prospettica basata su puntuali analisi di scenario. Nel progetto 2022, è stato ampliato il perimetro, coinvolgendo le principali Società del Gruppo operative nei comparti idrico, produzione di energia, distribuzione di energia, trattamento e valorizzazione rifiuti, nell’identificazione dei rischi fisici e di transizione pertinenti. Sono state coinvolte anche alcune funzioni chiave della Capogruppo, soprattutto nella fase di prioritizzazione dei rischi identificati.
Una volta individuati i rischi prioritari da valutare ed abbinati ad essi gli scenari e i parametri più rappresentativi, sono state svolte le attività di analisi ed approfondimento. Tra i rischi fisici, per la maggior parte della Società, è stato selezionato il rischio siccità e stress idrico. Sono stati esaminati anche il rischio precipitazioni estreme ed esondazioni (Acea Produzione, Arieti e Gori), il rischio ondate di calore (Areti) e, nel corso del primo progetto, il rischio fulminazione (Acea Ambiente ed Acea Produzione). Tra i rischi di transizione è stato scelto il carbon pricing come il più rappresentativo dalla maggior parte delle Società coinvolte.

Gli esiti delle analisi, ultimate a fine anno, porteranno ad un aggiornamento dell’Informativa climatica di Acea, arricchendo la prima edizione, riferita all’esercizio 2021, già pubblicata nel 2022.

144 Disponibile nel sito dell’Intergovernmental Panel on Climate Change.
145 In particolare nel 2022 la potenza degli impianti FV della Società partecipata ha raggiunto i 92,8 MW. Se si aggiungono i 7,8 MW in capo ad Acea Produzione si arriva ad un totale di 100,6 MW installati.
146 Nel 2022, ad Acea Ato 2, Areti, Acea Produzione e Acea Ambiente, hanno partecipato al progetto TCFD le società Acea Ato 5, AdF, Gori e Gesesa.

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